Il PRP (plateled rich plasma), e il CGF (concentrated growth factors).
Questi si ottengono dal nostro sangue, dopo aver effettuato un prelievo, attraverso una procedura di centrifugazione che permette di isolare la parte corpuscolate (globuli rossi e bianchi) dal plasma che contenente piastrine.
Le piastrine, fisiologicamente, vengono richiamate dal nostro organismo dove è presente un danno e degranulandosi secernono diversi tipi di fattori di crescita che hanno la capacità di riparare e ristrutturare.
E allora, perché non utilizzarlo in forma concentrata per stimolare, in modo biologico, i processi riparativi?
Il PRP e il CGF differiscono tra loro per la diversa consistenza finale in base all’utilizzo richiesto.
Un campione del proprio plasma sanguigno, ricco di piastrine autologhe (cioè provenienti dallo stesso organismo),viene trasformato in una potente medicina utile per combattere molti problematiche in campo odontoiatrico, ortopedico e in medicina rigenerativa.
Si ottengono prelevando una o più provette di sangue e “lavorandolo”con speciali centrifughe. Dalla separazione della parte bianca da quella ricca di globuli rossi, si ottiene il plasma che, centrifugato e sottoposto a un processo di precipitazione, viene arricchito di piastrine da 4 a 10 volte superiori al plasma umano.
Iniettati (PRP) o deposti (CGF) nell’ area interessata, questi liberano fattori di crescita dall’azione riparativa e rigenerante, tra questi, l’Egf (epidermal growth factor) e il Vegs (vascular endothelial growth factor).
Nei 7 giorni successivi all’atto chirurgico, che risultano essere i più critici, grazie al graduale rilascio di fattori di crescita, viene favorita attivamente una rapida cicatrizzazione dei tessuti molli, nonché una più rapida guarigione ossea, anticipando i tempi di mineralizzazione della matrice ossea stessa e del rientro clinico. Anche il dolore post-operatorio è molto alleviato, permettendo al paziente un rapido rientro alle attività quotidiane.
NOTA IMPORTANTE!
LA MANIPOLAZIONE DEL SANGUE E DEGLI EMODERIVATI IN ITALIA E’ SOTTOPOSTA A UNA SEVERA PROCEDURA AUTORIZZATIVA E SI OTTIENE SOLO ATTRAVERSO UNA CONVENZIONE COL REPARTO DI EMATOLOGIA TERRITORIALE DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE, PERTANTO I PROTOCOLLI SONO MOLTO SEVERI. QUESTO E’ IL MOTIVO PER IL QUALE MOLTI STUDI DENTISTICI DESISTONO DAL DOTARSI DI SIMILI STRUMENTAZIONI.