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Per un sorriso
a regola d’arte
I dentisti sono definiti “cari” perchè le spese di gestione e le apparecchiature utilizzate in uno studio dentistico sono le stesse di una qualsiasi clinica privata e specializzata in cui operano ginecologi, oculisti ecc…
Quindi esistono dei costi reali e fissi molto alti che vanno considerati unitamente alla durata e alla complessità del trattamento clinico da effettuare. Inoltre i dentisti devono sopperire all’assenza di strutture pubbliche sul territorio e per poter garantire la massima qualità è necessario fare investimenti importanti sia per quel che riguarda le apparecchiature che la qualita’ professionale delle competenze.
Il materiale utilizzato in implantologia dentale è il titanio di tipo medicale chirurgico, un materiale totalmente biocompatibile, lo stesso utilizzato nella chirurgia Ortopedica per le protesi del femore, del ginocchio ecc…
Quindi possiamo concludere che il rigetto in implantologia non esiste. Tuttavia possono insorgere complicanze infettive che si manifestano in una piccola percentuale (circa 1-2%) degli interventi implantologici e generalmente colpiscono pazienti con patologie sistemiche o grandi fumatori.
La durata di un impianto dentale, dipende da tanti fattori quali l’igiene, il fumo, le malattie preesistenti, il design della protesi sovrastante, la qualità dei materiali etc.
Comunque in media la durata di un impianto si aggira intorno ai 10 – 15 anni.

La possibilità di effettuare il carico immediato dipende essenzialmente dalla buona stabilità primaria che l’impianto possiede al momento del suo avvitamento nell’osso, che a sua volta dipende da diversi fattori, quali la qualità e quantità ossea, la posizione dell’impianto, la quantità dei tessuti molli.
Quindi come regola generale bisogna preliminarmente effettuare delle indagini radiografiche accompagnate da una visita che permette di prevedere a grandi linee se è possibile o meno effettuare il carico immediato, diagnosi che sarà poi confermata durante l’intervento chirurgico.

Come in tutte le branche odontoiatriche, anche in ortodonzia c’è la necessità di effettuare indagini radiografiche ed una visita clinica che permetta di valutare il caso nella sua peculiarità e complessità.
In linea di massima l’ortodonzia invisibile è idonea in casi di affollamenti dentali non gravi, e problematiche di tipo estetico, quindi non è idonea per tutti i casi clinici.
Un dente devitalizzato, può continuare a far male anche per 30-40 giorni dopo l’ultima devitalizzazione, anche se eseguita bene. La presenza di dolore che superi i 3 mesi, invece, deve far sospettare che ci sia un problema. Inoltre un dente devitalizzato può ammalarsi per altre ragioni diverse dalla causa iniziale che ha portato alla necessità di devitalizzarlo.
Queste cause possono essere: parodontali, traumatiche ed apicali, quindi su un dente già devitalizzato possono comparire secondariamente delle patologia che possono causare dolore.
Il fumo può determinare la perdita precoce di un impianto, quindi è fondamentale che chi si sottopone a terapia implantare riduca il numero di sigarette e curi molto bene l’aspetto dell’igiene orale.
Le linee guida consigliano di effettuare un’igiene orale ogni 6 mesi, anche per permettere un periodico controllo da parte del dentista.
Le tecnologie moderne prevedono l’utilizzo di innesti e di materiali sintetici per permettere la rigenerazione ossea guidata. Grazie a questi innesti è poi possibile intraprendere una terapia implantare e protesica.
Sì, è possibile effettuare un trattamento ortodontico anche in un paziente adulto, sempre con preliminari indagini radiografiche ed una accurata visita clinica.
L’uso del filo interdentale è fondamentale per la pulizia degli spazi tra dente e dente; quindi, la rimozione meccanica di tutta la placca batterica non è possibile effettuarla con il solo uso dello spazzolino.
Lo sbiancamento dentale professionale effettuato da personale qualificato in uno studio dentistico non arreca danni ai denti.
La tecnica All on Four prevede il posizionamento di una protesi fissa su soli 4 impianti, di cui i 2 posteriori sono posizionati inclinati per evitare i seni mascellari o i nervi mentonieri e per evitare lunghe e costose procedure di innesto osseo o rigenerazione ossea. Grazie a questa tecnica è possibile ottimizzare i tempi, riducendo la durata del trattamento ed i costi.
Gli impianti sostituiscono le radici dei denti ma non posseggono gli stessi importanti recettori presenti nei denti naturali. Gli elementi su impianti sono “protesi” e nessuna protesi può essere paragonata ad un organo naturale.
Un impianto dentale è una vite in titanio biocompatibile che, inserito nell’osso, si connette intimamente a quest’ultimo diventando una radice dentaria artificiale. Su questa radice è poi possibile inserire una corona protesica in sostituzione del dente mancante.
Se la pulizia viene eseguita da personale qualificato non può arrecare danni ai denti anche se eseguita frequentemente.
È vero, le protesi di ceramica possono scheggiarsi (come del resto il dente naturale soprattutto se devitalizzato) per diversi motivi. Spetta pertanto al clinico, in collaborazione con l’odontotecnico, saper valutare i corretti parametri funzionali e biomeccanici che ridurranno al minimo questo inconveniente.
Le causa possono essere molteplici, tuttavia la cattiva igiene orale ed il fumo possono avere delle conseguenze determinanti nella presenza di alitosi.
La CBCT è una tomografia moderna a basso dosaggio che permette la visualizzazione tridimensionale delle ossa mascellari del paziente, mentre la TAC è un esame di vecchia concezione in cui la quantità di raggi x assorbita dal paziente è circa 10 volte maggiore rispetto alla CBCT.